giovedì 16 dicembre 2010

Gnam Vs MAXXI

Visitando i due maggiori spazi espositivi d’arte contemporanea a Roma, la Galleria Nazionale d’arte Moderna e il Maxxi, si notano subito differenze stilistiche dovute sia alle due epoche storiche a cui appartengono, al contesto urbano circostante e alle scelte storico-critiche degli ideatori.

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna ospita la più grande collezione d’arte contemporanea in Italia, nata nel 1883 la prima sede fu allestita al Palazzo delle Esposizioni, nel 1911 per i festeggiamenti dei primi 50 anni dell’Unità d’Italia venne costruito l’edificio attuale a Valle Giulia dall’architetto romano Cesare Bazzani. Il Palazzo delle Belle arti ha una struttura classica, segue i modelli espositivi dei musei ottocenteschi in cui grandi saloni intitolati si susseguono delimitando un percorso preciso, ordinato, cronologico, il visitatore non è disorientato dalla struttura. Il contesto i cui è inserito è storicamente contemporaneo, la zona del quartiere Parioli alle spalle della Galleria trova il suo sviluppo proprio intorno ai primi decenni del ‘900, esattamente come Piazzale delle Belle Arti che ricongiunge il vialone verso il Tevere. Frontalmente si apre il Giardino Zoologico e il Parco di Villa Borghese, divenuto parco Pubblico con l’Unità d’Italia.

Diverso invece il Maxxi, Museo delle Arti del XXI secolo, progettato dall’architetto iracheno Zaha-Hadid nel quartiere Flaminio, una zona prettamente residenziale nelle vicinanze dell’ansa del Tevere. E’ costituito da un enorme spazio circostante creato per ospitare eventi, un percorso pedonale che si districa per tutta la parte esterna. La collezione permanente è in continuo divenire grazie a donazioni, affidamenti o tramite progetti di committenza. L’architettura è già di per sé un’esposizione ingigantita dell’ingegno umano, dell’arte del 2000 in cui il visitatore si trova disorientato dall’imponenza della struttura con un sistema di scale complesse e da una scelta minimale della gamma coloristica. Non vi è un percorso espositivo dichiarato, al contrario si susseguono ampi locali in cui molte installazioni di artisti contemporanei convivono. E’ un luogo che vuole essere il simbolo delle nuove arti, dell’arte polivalente del XXI secolo ospitando una Biblioteca, un archivio. E’ uno spazio versatile aggettato in un quartiere denso di popolazione ma privo di centri culturali, di musei cittadini.

Visitare questi due poli è stato interessante, entrare nei progressi edilizi di una città così stratificata come Roma in cui il contemporaneo deve forzatamente associarsi ai linguaggi classici, conviverci, simulando un’armonia urbana.





















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